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Il sindaco, Giovanni Allegra
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Si dice che a volte le apparenze ingannano, ma è
anche vero che nella maggior parte dei casi esse rispecchiano fedelmente
la realtà.
Il prof. Giovanni Allegra, da svariati anni sindaco di Raddusa, è
un tipo speciale; a volte appare schietto, riservato, sensibile e disponibile,
altre volte invece appare disinibito, asciutto, spigoloso e irascibile,
perché è un inguaribile perfezionista. Questione di carattere.
Quando le cose non funzionano come vuole lui, quando i tasselli del mosaico
non vengono collocati uno dietro laltro nella posizione da lui desiderata,
proprio non ce la fa a nascondere il suo disappunto. Questione di carattere
dicevamo. Giovanni Allegra, nato a Raddusa, cresciuto a Catania e maturato
in giro per il mondo, per forza di cose è una persona particolare.
Per lui accontentarsi è un compromesso inaccettabile.
Sono così - dice - non cè niente da fare
e ammette, senza remore dialettiche e senza quella ruffianeria che caratterizza
taluni rapporti, che gli piace letichetta di antipersonaggio: Non
rifiuto la popolarità, ma mi danno fastidio certi accostamenti
superficiali.
Lo abbiamo incontrato, come spesso ci accade, nel suo ufficio del Palazzo
di Città e, dialogando del più e del meno, il discorso è
scivolato su quanto realizzato da quando è alla guida dellAmministrazione
comunale e su quanto resta ancora da realizzare da quì alla scadenza
del suo mandato. Parla come un fiume in piena che scende a valle senza
preoccuparsi degli ostacoli che incontra lungo il proprio cammino poiché
il suo destino è quello di raggiungere il mare nel più breve
tempo possibile.
A noi non resta che riproporre fedelmente ciò che ci ha detto.
Finora, in fatto di programmazione e di interventi, sono stati
tagliati traguardi molto importanti e le opere realizzate sono sotto gli
occhi di tutti per cui reputo superfluo elencarle. Per il futuro sono
stati programmati nuovi obiettivi che cercheremo di raggiungere nei tempi
e nei modi stabiliti. Raddusa è una città che sta cambiando
e che sta cercando di attrezzarsi al meglio per affrontare le prossime
sfide di questo terzo millennio. Forte della sua storia e della sua economia
agricola, Raddusa ha le carte in regola per potere tornare ad essere vincente
come lo è stata nei fantastici anni settanta-ottanta quando registrò
il suo maggiore progresso economico, sociale e culturale. Per favorire
tale cambiamento lAmministrazione comunale, che mi onoro di guidare
ormai da diversi anni, sta facendo la sua parte programmando interventi
specifici e accedendo ai fondi regionali, statali ed europei per la realizzazione
delle grandi infrastrutture come la Filiera Cerealicola, che sta per sorgere
presso i locali del Centro Fieristico, e la Zona Artigianale che sta sorgendo
alle spalle del Villaggio San Nicolò. In evidente stato di avanzamento
sono oggi i lavori relativi al programma innovativo in ambito urbano denominato
Contratti di Quartiere II finalizzato alla riqualificazione
edilizia ed urbanistica nonché al miglioramento ambientale, allincremento
delle infrastrutture e della dotazione dei servizi pubblici e privati,
allintegrazione sociale, allincentivazione dellofferta
occupazionale ed al recupero di isolati e manufatti danneggiati nel popolare
quartiere San Nicolò. Il costo complessivo per la realizzazione
dei progetti, redatti da professionisti esterni opportunamente incaricati,
è di 11 milioni di euro finanziati in parte dallo Stato, in parte
dalla Regione e in parte dai privati che hanno aderito alliniziativa.
Si tratta di un impegno non indifferente che, come ho detto, mira alla
riqualificazione urbana ed ambientale dellintera contrada San Nicolò,
con la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria nellarea
riservata agli insediamenti produttivi (zona artigianale), la costruzione
dei 30 alloggi di edilizia residenziale economica e popolare (già
in fase di completamento) ed il restauro dei complessi residenziali esistenti.
La realizzazione di tali lavori cambierà il volto del Villaggio
San Nicolò che diventerà una vera e propria zona residenziale
dove gli abitanti potranno usufruire di servizi urbanistici moderni e
funzionali.
Allo scopo poi di migliorare la vivibilità della città,
lAmministrazione comunale ha intenzione di ristrutturare le strade
urbane più disagiate e di modificare la viabilità interna
per raggiungere adeguati standard in fatto di trasporto pubblico. Inoltre,
soprattutto nel settore del verde pubblico e dellarredo urbano,
sono previsti ingenti investimenti per opere che saranno realizzate al
più presto. Infine, per migliorare la funzionalità dellimpianto
sportivo polivalente, ribadisco che sono in corso dopera i lavori
di ristrutturazione del campo di calcio, che comprendono anche la costruzione
della tribuna centrale e la realizzazione del tappeto verde, per i quali
la Regione ha finanziato lulteriore importo di un milione di euro.
Di certo cè, e concludo qui la mia disamina, che i problemi
sul tappeto sono davvero tanti ma ho fiducia, anzi ho la certezza, che
molti di essi saranno risolti presto e in maniera definitiva come, in
maniera definitiva, è stato risolto latavico problema dellapprovvigionamento
idrico che, fino a qualche anno fa, sembrava davvero irrisolvibile.
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Raddusa non vanta certamente molti secoli di storia,
ciò nonostante, nel paese si sono radicate certe tradizioni che
il popolo raddusano custodisce con estrema gelosia e meticolosità.
Grande risonanza popolare assumono tutte le manifestazioni religiose tra
cui quelle relative alle celebrazioni delle festività pasquali
e del Santo Patrono San Giuseppe, che richiamano nella cittadina molta
gente dei paesi vicini.
Lattrazione principale delle festività pasquali sono gli
Apostoli che, con i loro costumi costituiscono la parte folkloristica
della festa stessa che, dopo le strazianti rievocazioni del Giovedì
e del Venerdì Santo, raggiunge il suo clou quando, nella piazza
principale del paese gremita fino allinverosimile, avviene la rappresentazione
della tradizionale Giunta Pasquale, cioè lincontro
della Madonna con il Cristo Risorto, tra la gioia dei presenti che sventolano
fazzoletti bianchi in segno di giubilo.
La grande devozione verso San Giuseppe è poi tanta che i raddusani
festeggiano il Santo Patrono ben due volte allanno: il 19 marzo
e il 19 settembre. Quella che si celebra il 19 settembre, con i suoi riti,
il suo cerimoniale, le sue consuetudini e soprattutto per linsieme
dei valori che assomma in sé, è considerata la festa per
eccellenza. Sacro e profano si intersecano e si completano a vicenda.
Così, alla processione del Santo, portato a spalla dai cittadini,
fanno da coreografia i palloncini, i botti, i fuochi dartificio,
la musica ed i canti che i devoti usano tributare al Santo. La caratteristica
principale della festa che viene celebrata il 19 marzo è costituita
dagli Altari (nella foto) che i raddusani usano innalzare
al Santo per grazia ricevuta. Trattasi di enormi tavolate di 25/30 mq.
a due o tre ripiani, stracolmi di ogni ben di Dio. Interi menù,
completi di frutta e dessèrt, dolci, pasta e pane speciale che
vengono offerti ai poveri come segno di solidarietà umana. Il pane,
in special modo, viene distribuito a tutti perché tutti possono
nutrirsi del pane di San Giuseppe; un pane speciale impastato nelle forme
più strane (la barba, il bastone e gli arnesi di lavoro del Santo
Falegname) lavorato alla casalinga, cotto nel forno a pietra e ricoperto
di piccolissimi semi ricavati dal papavero e meglio identificati col nome
di papaverina il cui uso, limitato solo allornamento
del pane, si perde a Raddusa nella notte dei tempi.
Anche il Carnevale occupa un posto di riguardo tra le più antiche
tradizioni popolari; dei festeggiamenti riservati al Re Burlone, oltre
alle sfilate dei carri allegorici e dei gruppi mascherati, si tramandano
i cosiddetti Festini, veri e propri veglioni organizzati dai
privati e riservati agli invitati, con ingresso permesso alle maschere,
che danzano i ritmi musicali più svariati. Tali festini popolari,
addobbati di palloncini e stelle filanti, aprono i battenti il giorno
di Capodanno e si concludono il Mercoledì delle Ceneri con la classica
scampagnata.
Da quasi un decennio, tra le più simpatiche tradizioni popolari
si è inserita anche lormai nota Festa del Grano
che ha proiettato limmagine di Raddusa oltre i confini della Sicilia.
Tale festa, che si svolge ogni anno nella seconda domenica di settembre,
è una manifestazione singolare che suscita tanto interesse e che
richiama migliaia di visitatori provenienti dalle più svariate
regioni dItalia e persino dallestero. La Festa del Grano
non è una semplice festa e non è neanche una semplice sagra
paesana per gli amanti del fine settimana, ma una manifestazione originale
che assume un significato molto profondo poiché si prefigge, in
primo luogo, di far riscoprire alla gente le proprie origini. È
una manifestazione che mira al recupero culturale della identità
di un popolo, quello raddusano appunto, che da sempre vive di lavoro e
di fatica. Nei tre giorni di festa vengono ricreate quelle scene di vita
agreste che nel dopoguerra veniva vissuta nellarido entroterra siciliano
e, tra convegni, dibattiti, musiche, mostre, sfilate, visite guidate e
degustazione delle prelibatezze tipiche locali derivate proprio dal grano,
in un intreccio di cultura, folklore e tradizione, il paese viene letteralmente
invaso da una folla di visitatori che, di anno in anno, cresce
sempre di più.
La Festa del Grano - ha detto l'eurodeputato Nello Musumeci, ex
Presidente della Provincia regionale di Catania, che lha inventata
nel 1995 - è stata creata proprio per rinverdire una tradizione
secolare legata alle vicende che hanno segnato la storia di Raddusa e
del prodotto principale della sua terra, il grano appunto, a cui è
legata la crescita culturale, economica e sociale dellintera comunità
raddusana.
Il clou della festa è rappresentato dalla ricostruzione storica
dellantica pisatura del grano accompagnata da canti
e balli propiziatori che coinvolgono tutta la popolazione presente attorno
allaia mentre assiste alla girandola dei cavalli tesa a calpestare
i covoni per la fuoruscita del grano. In quelloccasione i più
anziani vivono la sensazione di ritrovarsi indietro nel tempo, mentre
i più giovani assaporano sentimenti che non hanno mai provato.
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