Il Carnevale a Paternò custodisce una ricca ed
autentica tradizione storica, satura di un laborioso lavoro svolto dalla
maestria di artisti ed artigiani, i quali, con dedizione, si sono a lungo
impegnati affinché le proprie opere allegoriche fossero di gradimento
non solo ai concittadini ma anche ai forestieri che, con ogni mezzo ed
in massa, accorrevano da tutti i centri della provincia di Catania per
ammirare il più bello e divertente Carnevale di Sicilia.
La manifestazione negli anni passati ebbe successo, anche per il coinvolgimento
dei singoli cittadini nella baraonda carnevalesca scaturita dallo svago
che si respirava per le strade principali della città, vivacemente
colorate da tappeti di coriandoli.
Una fiumana di gente, ammattita dai fragori della musica e dalle note
chiassose, ingorgava, durante i giorni grassi, la Via Vittorio Emanuele
e le piazze Indipendenza, Regina Margherita (nota come Quattrocanti),
San Giovanni (le Palme) e Vittorio Veneto.
Strade che si prestavano come palcoscenico di uno spettacolo collettivo
che, protraendosi per oltre un mese, dal giorno successivo allEpifania
fino alla mezzanotte antecedente al mercoledì delle Ceneri, metteva
in mostra lo spirito prettamente goliardico dei paternesi.
Piazze come scenario di indimenticabili balli in maschera fino a tarda
notte, di sfilate di artistici carri allegorici in cartapesta, di macchine
infiorate, di gruppi in maschera, con incantevoli costumi, indossati da
dame e cavalieri, defilé di gente mascherata
che affascinava ed intrigava, incuriosendo i passanti.
Centinaia le maschere, martellanti i suoni e le canzoni,
assordante la musica che fuoriusciva dagli altoparlanti, coinvolgenti
i giri di danze che si incrociavano nelle piazze della città -divenute
piste da ballo-, incancellabile il profumo di violetta che
aleggiava nellaria, travolgenti i balli tanto attesi che facevano
incontrare coppie in cerca di nuovi flirt tra la frenesia e lentusiasmo
del momento.
Attimi di spensieratezza e di gioia, che filtravano nel dimenticatoio
le amarezze e le contrarietà assorbite durante il periodo bellico.
Il ritmo concitato dei festeggiamenti saliva il giovedì grasso
per poi culminare il martedì seguente che segnava la chiusura dellatmosfera
briosa e si concludeva alla mezzanotte con il rogo di Re Carnevale,
gesto antico attraverso il quale, metaforicamente, si emendavano i mali
dellanno passato.
A Paternò, il Carnevale, ebbe inizio nel 1868, interrotto negli
anni della guerra ed in seguito ripreso allinizio della metà
del secolo uscente, quando dopo la seconda guerra mondiale diveniva motivo
di ripresa soprattutto per esorcizzare le rovine e le travagliate sofferenze
della belligeranza, il cui ricordo era ancora nitido negli echi della
memoria dei peternesi.
La manifestazione di contenuto allegorico, in quegli anni, prese sempre
più vigore, rappresentando, attraverso le disparate iniziative,
la sua massima espressione.
Agli inizi degli anni 60 nasceva il Carnevale dei
bambini (oggi ripreso con successo, mentre usciva di scena quello tradizionale,
lasciando malinconie nei cuori dei meno giovani che hanno
assistito sempre più al tramonto del più bello e divertente
Carnevale di Sicilia e con esso hanno visto sbriciolarsi oltre un
secolo di storia!
A quei tempi Paternò non aveva nulla da invidiare al resto delle
città italiane, dalla rinomata Viareggio alla vicina Acireale,
e ciò grazie alla viva partecipazione del popolo, protagonista
in prima linea e non spettatore inerte, rivolto a vivere quel momento
come se fosse lunico di tutto lanno da carpire
per divertirsi!
A sentire oggi i nonnini, quando alla mente riaffiorano loro
quelle dolci rimembranze, erano davvero bei tempi quelli
!
Tempi intessuti di tradizioni che sono state rispolverate
oggi, più che mai, dallattuale Amministrazione comunale,
capeggiata dal sindaco Pippo Failla; è stato proprio il primo cittadino
insieme con lAssessore alla Cultura, Nino Naso, a confezionare un
carnevale strabiliante.
Bello, allegro, divertente e tradizionale. Questi, infatti, i quattro
ingredienti scelti con oculatezza dalla squadra governativa
di Paternò per mettere in piedi il cartellone dei giorni grassi,
edizione 2004.
Quattro aggettivi che hanno rispecchiato, in pieno, quella che, a manifestazione
conclusa, si è rivelata con successo una vera e propria sbornia
carnascialesca.
Il Carnevale a Paternò è stata una
grande festa - ha dichiarato il primo cittadino, Pippo Failla - che ha
rallegrato piccini e meno giovani, coinvolgendo davvero tutti. Sono felice
- ha concluso Failla - innanzitutto di aver notato le piazze e le vie
del centro gremite di bambini in maschera e, soprattutto, di ragazzi e
ragazze che hanno preferito gustarsi leuforia carnevalesca tra i
muri di casa propria. Un bel lavoro il risultato ottenuto anche dagli
artigiani che hanno lavorato con cura ai costumi in maschera ed ai carri.
Ma la novità delledizione 2004 è stata, senzaltro,
il gemellaggio con Rio de Janeiro, la madre patria del Carnevale. Così
la festa più travolgente dellanno è impazzata sì
per le vie di Paternò, ma è anche sbarcata nella terra giallo-verde;
a volare in Brasile rappresentando la città di Paternò,
un carro siciliano allestito da artigiani.
Ma il gemellaggio tra le due terre non è stato soltanto motivo
di divertimento ma anche di tanta solidarietà.
Lassessore paternese, Nino Naso, infatti, durante il suo soggiorno
brasiliano, ha visitato i ricoverati che, purtroppo, affollano lospedale
italiano di Rio de Janeiro e la villa Paradiso: due entità
della Società Italiana di Beneficenza e Mutuo Soccorso, fondata
nel 1854 per volontà dellimperatrice Teresa Cristina, principessa
di Napoli e figlia di Francesco I, Re delle due Sicilie.
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Il presidente della Provincia
regionale di Catania, Raffaele Lombardo con l'assessore alla Cultura,
Nino Naso
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Lesperienza del gemellaggio - ha sottolineato
lassessore Naso - è stata davvero proficua e non soltanto
da un punto di vista di goliardia e divertimento quanto per lo scambio
culturale fra i due paesi. Il nome di Paternò è circolato
in tutto il sambodromo di Rio e molti sono stati i contatti presi con
varie agenzie ed addetti alla stampa per visitare le bellezze della nostra
città. Il gemellaggio con il Brasile è stato altresì
un modo per conoscere quanti italiani, ed anche siciliani, vivono ormai
da diversi anni lontano da casa ed alcuni anche in situazioni di disagio.
Ricco il calendario della manifestazione di questanno in città
con lanimazione per i più piccoli delle scuole materne, e
con i balli in maschera in Piazza Indipendenza per gli scolaretti più
grandi; con la considerevole presenza di gruppi in maschera, ben venti,
e di carri infiorati ed allegorici (in tutto dodici, incluso il carro
allegorico del Comune dedicato ai bambini), che hanno sfilato lungo le
vie principali del centro cittadino.
A firmare il divertimento delle serate grasse, nel salotto della
città, con spettacoli, Emilia Midolla, Rita Forte, i Koromania,
i Fiesta latina, ed ancora, il gruppo evergreen dei Cugini
di Campagna e quello di animazione Viva Brasil. Ad intrattenere
lo show, anche, lattore comico Manlio Dovì e la performance
di Gigi Sabani.Ad intervenire, tra gli altri, sul palco, lon. Raffaele
Lombardo, presidente della Provincia regionale di Catania, il quale ha
ribadito il suo impegno per la risoluzione di alcuni problemi cittadini,
sottolineando il dovere dellEnte, dallo stesso rappresentato, per
potenziare al massimo le manifestazioni di Paternò, una città
che vanta grandi tradizioni di operosità, di cultura, di folklore.
A chiudere i festeggiamenti, a Paternò, dando larrivederci
al prossimo anno, il rogo del fantoccio che rappresenta il
Re Carnevale.
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Fede e folklore. Questo, senza dubbio, il binomio consono
per indicare la festa patronale di Paternò, celebrata il 4 dicembre
in onore di Santa Barbara.
Già nei giorni che precedono il giorno della solennità Paternò
è imbandita e veste i panni della festività.
Le celebrazioni hanno subìto molti cambiamenti negli anni, ma non
hanno perduto lantico stile.
Anticamente la solennità veniva celebrata il 27 luglio in ricordo
del giorno dellestate 1576, quando la Santa bloccò la peste
che investiva il territorio paternese, ed in ricordo anche del trasferimento
delle reliquie da Messina a Paternò. Era la festa principale poiché
ne seguiva unaltra, quella del 27 maggio in ricordo del miracolo,
avvenuto nel 1780 quando le reliquie della Santa arrestarono la lava che
avanzava verso Ragalna. In quella occasione i paternesi dedicarono a Santa
Barbara un busto in argento che proprio quel giorno venne adornato di
rose e per questo motivo tuttoggi viene anche denominata Santa
Barbara delle rose. Fu leccessivo caldo a spostare i festeggiamenti
al 4 dicembre, data che ricorda il giorno in cui la Vergine fu percossa
e decapitata per volere del padre.
Il 3 dicembre, vigilia della festa, è il giorno della solenne processione
delle Reliquie di Santa Barbara. Vi sono poi gli artistici cerei, meglio
noti ai paternesi come varette, che rappresentano le diverse
categorie di cittadini o le diverse maestranze che offrono la cera alla
Santa Patrona. Ogni cereo viene portato faticosamente a spalla da otto
uomini, con indosso una camicia bianca.
Si arriva al 4 dicembre, giorno che annuncia sin dalle prime ore del mattino
con uno scampanio di tutte le chiese cittadine e con musiche e spari dal
Castello Normanno, la festa. Dalla chiesa di Santa Barbara, in tarda mattinata
si conduce in processione il fercolo con il Sacro Simulacro e si raggiunge
la chiesa dellItria, dove si celebra una Santa Messa dalla torre
dei falconieri. Da qui la processione giunge in piazza Vittorio Veneto
e prosegue per arrestarsi, tra la folla che gremisce il largo antistante
la Chiesa di SantAntonio, tra spari e fuochi dartificio.
Durante il pomeriggio il fercolo viene portato in processione per le vie
della città e quando arriva in Piazza Indipendenza, cuore pulsante
della città, si assiste ad un altro spettacolo di fuochi dartificio.
A conclusione, in serata, il fercolo rientra in chiesa.
A rispolverare le tradizioni di un tempo, aggiungendo stralci di novità,
lAmministrazione comunale, con in testa il sindaco, Pippo Failla,
seguito dallassessore alla Cultura, Nino Naso. Sono le loro firme
che hanno siglato il programma del 2003 attirando, non soltanto sotto
laspetto religioso ma anche folkloristico, migliaia e migliaia di
persone.
Recuperata dal cassetto, anche, lEntrata dei cantanti,
di scena in piazza Indipendenza, con la partecipazione degli alunni delle
scuole elementari della città, e le tradizionali cantate delle
corporazioni cittadine Mulinari e Muratori, allestite
dalle corali parrocchiali di Santa Barbara, Santa Maria dellAlto,
San Giovanni Bosco San Michele, accompagnate dal Corpo Bandistico Città
di Paternò.
La manifestazione è stata arricchita da altri ingredienti di carattere
culturale, musicale, ma non solo. Molti gli appuntamenti, fra i tanti:
la performance del soprano, Nunzia Formica, e del tenore, Felice Internullo,
in piazza Indipendenza; ed ancora, i concerti di musica da camera, ospitati
in alcune chiese della città; rappresentazioni teatrali a cura
di associazioni locali; la mostra fotografica su Santa Barbara, allestita
da Roberto Fabio Coniglio, ma anche il recital di poesie dedicate
alla Santuzza (momento curato dal prof. Angelino Cunsolo,
direttore del periodo de la Gazzetta dellEtna) ha impreziosito
la festività.
Immancabile lo spazio dedicato alla solidarietà: con la Sagra
della Scacciata casereccia priva di glutine per i soggetti celiaci,
e quello dedicato allo sport: con il 7° Trofeo Santa Barbara
di pesca a colpo.
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Paternò, ormai da qualche tempo, sembra essere
divenuta un "cantiere a cielo aperto". Fiore all'occhiello dell'attività
politico amministrativa, in materia di lavori pubblici, è senz'altro,
la realizzazione della piscina, che sorgerà in adiacenza al corso
Italia.
L'impianto, infatti, per molti paternesi rappresenta un sogno
lungo
cinquant'anni, se non di più, che diventa finalmente realtà.
La piscina è composta da una sala-vasche in cui ne sono collocate
altre due dalle dimensioni di 25x17x2 e ml. 17x7x0,80/1,20 di altezza
libera di mt. 5, perimetrate da banchine di idonea larghezza per garantire
sicurezza degli utenti e la funzionalità sportiva.
I posti spogliatoi sono stati raggruppati in locali comuni con un filtro
di separazione tra i percorsi a piedi nudi ed a piedi calzati per un numero
di 60 utenti donne ed altrettanti uomini. In adiacenza alla sala-vasche è prevista la sala prenatatoria delle dimensioni di ml. 10,90x10,75,
un deposito abiti, un deposito attrezzi a quota vasca di mq. 57,98 ed
un ampio deposito a disposizione dell'amministrazione nel piano seminterrato,
spogliatoi giudici di gara e pronto soccorso. È prevista la creazione
di una gradinata per il pubblico per complessivi 226 posti, con zona d'ingresso
dotata di relativi servizi igienici e bar. La struttura portante della
sala-vasca è prevista con pilastri e travi che formano l'intelaiatura
portante della copertura, prevista con travi di legno lamellare e pacchetto
in legno. La struttura dei servizi atleti, centrale idrica, centrale termica
ed elettrica è prevista in cemento armato su fondazione continua
su travi rovesce. La durata dei lavori è di 18 mesi. L'importo
complessivo dell'opera è di € 3.098.741,39.
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