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Il presidente dell'Autorità
portuale Santo Castiglione
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Al porto di Catania tira aria di grandi opere. Dal suo
insediamento, nellaprile scorso, il presidente dellAutorità
portuale Santo Castiglione si è attivato per avviare liter
che porterà in tempi brevi allapprovazione del Piano regolatore
portuale, lultimo risale al 1978. Uno strumento che cambierà
radicalmente il volto dello scalo marittimo etneo.
- Presidente, possiamo dare una data in merito allapprovazione del
Prp?
Lobiettivo è quello di consegnare alla città
il nuovo Prp nel più breve tempo possibile. Siamo in attesa che
il Consiglio comunale esprima sul piano lintesa prevista
dalla legge 84/94 e, pertanto, non mi sento di dare delle date precise.
Quel che è certo è che lo sviluppo del porto di Catania
parte dallincremento della crocieristica, del diporto, delle autostrade
del mare; dallattenzione verso la marineria e dalla maggiore funzionalità
organizzativa al servizio dei traffici commerciali .
- Quali altri motivi giustificano lapprovazione dellimportante
strumento urbanistico?
Esiste anche una ragione di carattere tecnico ed ambientale: lenorme
darsena peschereccia contenuta nel piano vecchio ma vigente e che oggi,
alla luce dellequilibrio raggiunto dalle flotte pescherecce in relazione
alla politica di blocco delle licenze attuata dalla Comunità europea,
rappresenta un intervento infrastrutturale sovradimensionato sia per la
sua funzione sia per la sua conformazione.
- Qual è il filo che lega i vari ambiti del nuovo
Piano regolatore portuale?
La filosofia del Piano si basa sostanzialmente su tre parole chiave:
flessibilità, funzionalità ed ecosostenibilità. Non
a caso lo strumento urbanistico disegna un ambito sotto dogana
ove troveranno posto le strutture dedicate alla movimentazione di cargo,
containers e traghetti merci e misti merci/passeggeri, un nuovo varco
portuale per il transito dei mezzi pesanti. Le aree fuori dogana ospiteranno,
invece, il terminal crociere, il porto turistico, il waterfront, i servizi
tecnico- nautici, le sedi delle pubbliche amministrazioni, gli impianti
industriali e gli approdi e i magazzini per la marineria. Il terminal
crociere sorgerà sullo sporgente centrale, in una posizione baricentrica
fra porto e città, e sarà fornito di una stazione marittima
con un sistema di security antiterrorismo e di ormeggi capaci di accogliere
fino a tre grandi navi da crociera contemporaneamente. Il porto turistico
ospiterà cantieri navali, associazioni sportive, diporto nautico,
parcheggi, centri commerciali, servizi e strutture turistiche. Il tutto
nel massimo rispetto per lambiente, considerato che il Prp, prima
della definitiva approvazione, passerà al vaglio del Ministero
dellAmbiente.
- Per quanto riguarda il waterfront?
È un grande progetto, ambizioso quanto fondamentale per le
sorti di crescita dellintera città di Catania. Contiamo di
creare un quartiere il cui carattere specifico è laffaccio
sul mare, il contatto, il rapporto diretto con lacqua. Il rapporto
fra la città ed il mare consentirà di elevare la qualità
della vita cittadina e contribuirà, significativamente, a sviluppare
leconomia ed incrementare loccupazione di una vasta area della
Sicilia orientale. Per questo abbiamo già sottoscritto con la Direzione
Regionale delle Dogane un accordo con il quale ci è stato riconsegnato
ledificio della Vecchia Dogana che contiamo di ristrutturare per
creare il centro culturale, commerciale, turistico e ricreativo dellintero
waterfront.
- Il programma di infrastrutturazione del porto etneo
non è fatto solo di grandi progetti a medio e lungo termine?
Certamente, sono, infatti, in corso di esecuzione e di progettazione
molti interventi accessori di manutenzione, riordino viario,
riqualificazione dei piazzali, ristrutturazione o demolizione di vecchi
edifici ed attrezzature, che renderanno più vivibile e funzionale
lo scalo etneo. La demolizione della vecchia gru Titanus sul
molo foraneo e dellecomostro, la palazzina rosa che
ospita personale della Capitaneria di porto, nonché la ristrutturazione
del capannone sul molo di mezzogiorno, sono i tre principali obiettivi
dellAutorità portuale, che restituiranno funzionalità,
dignità e nuovo look al porto.
- Lei, sin da quando ricopriva la carica di assessore al Mare, ha sempre
avuto unattenzione particolare verso il comparto della marineria,
quali sono i motivi?
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Il presidente Castiglione
con l'assessore regionale al Turismo, Fabio Granata e col vice presidente
della Provincia regionale di Catania, Angelo Sicali
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Ritengo che il comparto da lei citato rappresenti
la memoria storica della città, con unimportanza non secondaria
nel tessuto sociale della stessa. Ho voluto a tal proposito presentare
la proposta di Prp, oltre che a tutte le forze sociali che operano al
porto, anche ai pescatori catanesi perché credo sia fondamentale
che la marineria prenda coscienza dei cambiamenti che, da qui a poco,
avverranno nello scalo marittimo etneo. LAutorità portuale
sta inoltre provvedendo ad avviare le procedure necessarie ad eseguire
alcuni importanti lavori di sistemazione degli impianti elettrici e soprattutto
idrici, ciò al fine di migliorarne la fruibilità da parte
dei pescatori.
- I più autorevoli quotidiani economici nazionali, in questi ultimi
mesi si sono occupati dellAutorità portuale di Catania per
segnalare laumento del movimento delle merci, un dato rilevante
rispetto a quello delle altre Port Authority siciliane, come lo spiega?
Il dato è sicuramente importante rispetto a tutti i porti
italiani, considerato che la media di crescita nazionale del comparto
portuale è di circa il 6%. Il porto di Catania ha movimentato nei
primi sei mesi dellanno un totale di 2.718.358 tonnellate di merci,
con un aumento, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, pari al
49 per cento. Le proiezioni di traffico per lintero anno 2004 prevedono,
pertanto, un incremento positivo per la movimentazione complessiva di
merci pari ad oltre il 31 per cento. La crescita, registratasi nonostante
lavvio di numerosi cantieri per limplementazione delle infrastrutture
portuali che ne ha diminuito parte delloperatività, continua
a premiare limpegno e gli investimenti degli operatori etnei e le
capacità dellente di progettare nuovi interventi, di programmare
e specialmente di spendere in maniera oculata e rapida i finanziamenti
erogati in chiave nazionale.
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