ventitreesima edizione

2) L'Annuario

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Culla barocca
   
pagine a cure di Rita Caramma
(in collaborazione con l'ufficio P.R. editoriale)

L'onorevole avvocato penalista Nino Garozzo (nella foto), deputato regionale, componente nazionale dell’ANCI, eletto Sindaco di Acireale il 29 giugno 2004, con tanto entusiasmo parla della sua città:
“Questa è una città che ti prende e ti sorprende - esordisce -. Nonostante le mille difficoltà e gli incidenti di percorso mantiene ancora una grande coesione interna,lo spirito e l’orgoglio dell’appartenenza. Ciò deriva gran parte dalla consapevolezza delle grandi tradizioni che le sono proprie, dalla sua storia, da quello che ha rappresentato e rappresenta nel panorama isolano e non solo. È una città che ha una sua vivacità culturale che proviene dal suo barocco, dall’Accademia dei Dafnici e degli Zelanti, dai palazzi nobiliari che ci tramandano un’epoca passata in cui Acireale ha rappresentato il riferimento per molte comunità dell’ hinterland. Oggi, ritorna ad essere anche dal punto di vista economico e turistico, il perno di un distretto con le sue strutture alberghiere, con le sue bellezze naturali, con i suoi beni culturali, le innumerevoli chiese, la sede vescovile,le sue tradizioni, fra cui il Carnevale, che conferiscono alla città uno splendore tutto suo.”
- In che modo Acireale è proiettata verso il futuro?
“La nostra città, pur essendo ricca di storia riesce a dare di sé un’immagine moderna, di una città che guarda al futuro, alle proprie risorse economiche, come l’artigianato, importante punto di riferimento dopo il tracollo dell’agricoltura ma che pensa a ridimensionarsi secondo le nuove esigenze turistiche. Non dimentichiamo la posizione privilegiata in cui essa si trova: da una parte un litorale di spiaggia rocciosa lungo chilometri, la straordinaria bellezza della Timpa. Alle spalle la maestosità dell’Etna con i suoi fiumi di lava, da qui visibile e facilmente raggiungibile. Tutte potenzialità che non ha sfruttato in pieno, forse perché ha il torto di aver vissuto a lungo dei propri fasti, senza pensare che il tempo cambia e la storia trasforma uomini, cose, esigenze.”

Panorama della costa e la Timpa

- Lei ha richiamato fra le tradizioni quella del Carnevale punto fermo della storia acese.
“Sicuramente. Affonda le sue origini nei secoli passati ed è un appuntamento che si rinnova di anno in anno richiamando un milione di presenze. È un Carnevale fatto da opere d’arte dei maestri della cartapesta, quindi, una tradizione artigianale che già offre nuove leve per il ricambio generazionale”
- Se l’inverno si colora con le tinte pregnanti del Carnevale, l’estate ad Acireale che veste indossa?
“Quella dei numerosi incontri culturali, del divertimento con la parata del folklore, con l’esposizione dell’artigianato, i carri allegorici in piazza, la fiera dello Jonio, che affonda le sue radici nella remota Fiera Franca, antico privilegio concesso alla città di Acireale. Tutto ciò richiama ogni anno centinaia di migliaia di turisti.”
- È anche una città ricca di tradizioni, come lei ha ricordato inizialmente…
“È sempre stata ancorata alle sue tradizioni secolari, come quella religiosa che non deriva solo dalle numerose chiese presenti sul territorio, non per niente è chiamata “Città dai cento campanili” ma, da un profondo senso religioso animato anche dalla presenza della sede vescovile. Non è un caso che le più grandi scuole cattoliche dell’isola sono sorte ad Acireale, come il Collegio Pennisi, San Luigi, San Michele, Santo Noceto, Spirito Santo. Fra non molto sarà anche sede universitaria. Proprio all’inizio del 2005 inizierà il corso ordinario di Scienze della pubblica amministrazione. Ma, ricordiamo che è già sede di una delle cinque scuole italiane di Pubblica amministrazione.”

La piazza centrale di Acireale gremita di persone in occasione del Carnevale

- Dal punto di vista turistico come appare oggi Acireale?
“Il turismo è sicuramente una delle nostre maggiori risorse anche se non può essere l’unica via per lo sviluppo della città. In questi anni abbiamo compreso che l’andamento turistico non dipende solo da situazioni locali ma dai fatti internazionali. La nostra città ha, comunque, mantenuto un livello di presenze significativo anche e soprattutto per merito degli italiani che sono addirittura aumentati. La presenza di stranieri ritengo dipenderà ancora dalla crisi internazionale: solo la pace nel mondo che è un bene ed un obiettivo da raggiungere potrà far tornare a tutti la serenità e la voglia di viaggiare serenamente.”
- Il nostro è anche un turismo termale.
“Certamente. Acireale è sede delle Terme più importanti della nostra isola e che stanno riprendendo quota, sono in fase di ammodernamento e che lanciano una sfida al futuro attraverso strumenti nuovi e moderni.”
- E, per finire, uno sguardo particolare al nostro barocco.
“Abbiamo istituito un comitato per cui il barocco di Acireale, la cui basilica di san Sebastiano è già patrimonio dell’Umanità, venga inserito nel patrimonio dell’Unesco. Attraverso questo comitato, le relazioni scientifiche, gli studi effettuati ad altissimo livello, Acireale può giustamente rivendicare l’appartenenza al barocco, un barocco tutto particolare ed in molti sono pronti a giurare che presto potrà entrare a far parte del distretto della Val di Noto”.

 

Un tipico carro di Carnevale
Le "cannalore" in occasione dei festeggiamenti di S. Venera

 

Nelle foto: scorci del classico barocco acese.
Il Presepe Settecentesco
Si trova in un’antica grotta sulla strada che da Acireale conduce all’incantevole borgo marinaro di Santa Maria La Scala.
Fu inaugurato nel 1753 ed è composto da pastori a grandezza d’uomo vestiti con ricchi e rifiniti abiti che ricordano il contesto storico-antropologico della cultura siciliana del tardo Settecento.
Incantevoli nei loro ruoli, si distinguono per la bellezza del viso fortemente espressivoe per la perfezione delle mani, realizzati in cera dalla maestria dell’artigiano acese Maria-no Cormaci ed in seguito dal maestro romano Santi Gagliani.
Restaurato nel 1984, è stato per qualche tempo chiuso al pubblico a causa di infiltrazioni d’acqua nella grotta.
Grazie all’interessamento dell’amministrazione Garozzo, la sua riapertura al pubblico è, ormai, prossima.
Le Terme di S. Venera e S. Caterina

Insuperabile ricchezza per la città di Acireale, è l’importante polo termale.
Conosciuto fin dai tempi dei greci per le virtù terapeutiche delle sue acque sulfuree e salsobromojoidiche, è uno dei più importanti d’Italia.
Composto dallo stabilimento di Santa Venera, un elegante edificio neoclassico arricchito da un verdeggiante parco ottocentesco, da sempre scenario di innumerevoli iniziative culturali, e dallo stabilimento di Santa Caterina, con ricchi impianti, il polo è meta di quanti, da tutta Italia, si sottopongono alle varie cure di cui si può usufruireFra queste i bagni termali, fanghi, inalazioni che trovano particolare applicazione nella cura delle affezioni reumatiche, osteoarticolari, otorinolaringoiatriche, ginecologiche, dermatologiche e dell’apparato respiratorio.