di Agata Patrizia Saccone
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La psicologa, Roberta Moro
(foto Studio Hauf).
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Cosa vorresti fare da grande? La velina!!!
Questo è il sogno nel cassetto della maggior parte delle ragazzine
che incontri in città impegnate a fare shopping o più semplicemente
ad ammirare vetrine coloratissime rigorosamente trendy.
Solo effimero. Questo è il loro motto, una realtà basata
sul culto del bello e dellapparire. Borse, cinture, stivali, accessori
vari: tutto purchè rigorosamente griffato e allultima moda.
Guai se qualcuna di loro esce fuori dagli schemi prefissati dal gruppo,
sono loro a decidere qual è la tendenza dellanno, hanno in
mano il potere di far decollare o meno una griffe.
Ma dove son finite le ragazze di una volta, dal viso acqua e sapone, che
mostrano la loro verde età e magari hanno una gran voglia di volersi
affermare in una professione che presuppone anni di studi e di sacrifici
e per la quale la donna, in passato, si è battuta per reclamarne
e conquistarne il pieno e giusto diritto?
Ne abbiamo parlato con la dottoressa Roberta Moro, psicologa.
- La moda intesa come modo di esprimere il proprio io
In realtà con la moda non si esprime il proprio io
ma semplicemente un bisogno, un desiderio di emulare lo schema del bello
imposto oggi dai mass media, quindi non un bello interiore ma un bello
in termini di apparenza. Questa condizione comandata dalla società
mette ancora più in risalto e in conflitto la differenza tra lessere
e lapparire...
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Una creazione della stilista
Daniela Ardito
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- È un modo di volersi manifestare o nascondere?
Con la moda ci si manifesta e ci si nasconde. Un tempo labito
costituiva lelemento per coprire il proprio corpo, oggi è
unarma da strumentalizzare a proprio piacimento. Quindi sapersi
vestirediventa unabilità. È assolutamente una
scelta strategica. A tal proposito tengo a sottolineare la differenza
che passa tra abilità e capacità. Questultima, infatti,
è una dote innata che non tutti gli individui posseggono; labilità,
invece, è qualcosa che si acquisisce nel tempo e non è detto
che sempre ci si riesca.
- Bello a tutti i costi perché?
Bello a tutti i costi perché siamo vittime di una società
materialista. Ci si comporta sempre come di fronte ad un io virtuale.
Siamo perennemente guardati, valutati e come se fossimo continuamente
sottoposti ad un esame. Siamo protagonisti e di conseguenza ci comportiamo.
Il narcisismo rischia così di diventare un elemento frustrante
di coloro che intendono raggiungere un ideale inarrivabile allontanadosi
sempre più dallio reale.
- Quanto è importante laspetto per imporsi nel mondo del
lavoro?
Apparire è fondamentale. Viviamo nellera dellimmagine
e della comunicazione e sono pochi i fortunati che riescono ad apparire
senza recitare ma mostrando realmente se stessi. Chiaramente, in tal senso,
un ruolo fondamentale lo esercita la professione svolta poiché
il più delle volte è proprio questultima che ci costringe
a seguire degli schemi talmente rigidi da farti dimenticare quali sono
realmente i tuoi gusti nel vestire e nel proporti. E come se ci si trovasse
dinnazi ad un palcoscenico di un teatro dove ogni attore recita la propria
parte; un giorno vai in tribunale e osservi gli avvocati tutti vestiti
allo stesso modo persino con la stessa griffe; ho fatto lesempio
degli avvocati ma tante altre professioni pongono la stessa condizione.
Forse i più fortunati sono gli artisti, poiché la loro creatività
permette loro di uscire fuori dalle righe.
- E chi si occupa di moda, come me?
È la categoria di coloro che hanno un vero alibi! Propongo
moda quindi non posso permettermi una mise inadatta anzi, devo a tutti
i costi apparire quanto più griffata è possibile.
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- Perché oggi si tende ad esasperare il concetto
di essere sempre protagonisti?
Perché è un ruolo che la vita stessa ti impone. È
un continuo conflitto tra il manifestarsi e il nascondersi. Questa condizione
pone lindividuo dinnanzi ad unimposizione psicologica che
gli arreca un forte stato di malessere. La salute psichica è un
qualcosa che dipende dalla capacità di accorciare la distanza tra
lio reale e lio ideale, è perfettamente inutile inseguire
un ideale irraggiungibile meglio puntare sul concreto.
- La moda è causa di divisione di classe?
No, perché oggi la moda è di tutti e per tutte le
classi; anzi direi che è divenuto un fenomeno che permette di amalgamarci
grazie alle svariate possibilità che essa ci propone. Un tempo
erano solo i ceti più abbienti a potersi permettere certi lussi:
scarpe allultima moda, gioielli preziosi, abiti rigorosamente dalta
sartoria. Oggi grazie allavvento dellindustrializzazione il
mercato offre una vasta scelta. Cè una grande tendenza allimitazione
delle grandi marche. Ad esempio se una maison di moda propone una collezione
caratterizzata da pizzi e swarosky magari si pensa che è bella,
ma chi può permettersela!? Ed ecco che, come per magia, anche limpossibile
diventa possibilissimo. Infatti, parecchie industrie del settore, traendo
spunto dalle grandi case di moda, concentrano oggi la loro attività
alla produzione di modelli da destinare ad un mercato di massa e ovviamente
a prezzi alla portata di tutti ed ecco che il gioco è fatto. Trovi
mercatini invasi da perfette imitazioni o peggio ancora negozi che ti
vendono un capo per esclusivo e poi te lo ritrovi nelle varie bancarelle.
E un esempio tipico del vorrei ma non posso è una bancarella
qualsiasi del mercato di Catania, dove si trovano le perfette imitazioni
di griffes prestigiose come Luis Voitton, Gucci, Prada etc. a prezzi veramente
stracciati e dove giornalmente scopri una miriade di gente fare acquisti
allultima griffe!
Nelle foto: momenti del defilé "Catania...
è Moda" organizzato dalla Production Moda e Spettacoli in
piazza Stesicoro nell'ottobre scorso (foto G. Giliotta).
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