ventitreesima edizione

2) L'Annuario

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Entro un anno il Teatro non sarà più un'incompiuta
Il volto nuovo della città
pagine a cure di Graziella Ambrogio
(in collaborazione con l'ufficio P.R. editoriale)
Il sindaco, Giambattista Bufardeci

Può un sindaco cambiare il volto della città che amministra in una manciata di anni? La risposta è sì se il primo cittadino in questione si chiama Giambattista Bufardeci, per gli amici Titti. Il presidente dell’Anci Sicilia, di recente nominato anche responsabile del Consiglio nazionale dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani, è al suo secondo mandato alla guida dell’amministrazione comunale di Siracusa. L’intervista che segue si svolge nella stanza del sindaco, all’interno del palazzo municipale che si affaccia su piazza Duomo, nel cuore del centro storico aretuseo. Progettato da Giovanni Vermexio, che lo edificò tra il 1629 e il 1633, il magnifico edificio danneggiato dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, ma anche dal tempo e dall’incuria, è in odore di restauro così come lo sono numerosi palazzi storici di Ortigia. Per la realizzazione dei lavori di recupero il Comune attinge ai fondi della legge regionale per la ricostruzione post-sisma, la 433 del 1991. L’assessorato comunale preposto, affidato per la seconda volta al vicesindaco Vincenzo Vinciullo, in questi anni, ha moltiplicato le conferenze dei servizi con tutti i partner istituzionali interessati per l’approvazione dei progetti esecutivi di consolidamento e di messa in sicurezza dei siti più importanti del centro storico di Siracusa, staticamente precari e in preda all’abbandono. Tra questi ultimi, figura anche il Teatro comunale chiuso da decenni. Sul sito pende una promessa fatta pubblicamente dal sindaco Bufardeci e dall’assessorato regionale ai beni culturali: il teatro riaprirà tra un anno, assicurano. L’operazione che costerà circa sei milioni di euro, in verità, si presenta tutt’altro che semplice ma il teatro rappresenta senz’altro l’“incompiuta” più celebre di Siracusa.

Uno scorcio di piazza Duomo

L’impresa è ardua ma l’iter per il recupero del monumento è finalmente cominciato. È proprio nell’isolotto del mito, insomma, che sono più evidenti i segni del cambiamento voluto dall’amministrazione Bufardeci. C’è chi ha applaudito ma anche chi ha contestato dando vita a roventi polemiche. Un clima agrodolce che accompagna ogni novità. Nella darsena si staglia oggi un nuovo ponte di collegamento con la terraferma dedicato a Santa Lucia, la patrona di Siracusa. In Ortigia sono stati aperti nuovi parcheggi, per il momento a costo zero, sono entrate in azione le videocamere per controllare gli accessi alla zona a traffico limitato perchè si sta tentando di avviare il processo di pedonalizzazione del centro storico, in piena sperimentazione.
Ortigia è cambiata.
«Nel centro storico abbiamo continuato con successo il recupero edilizio anche con la concessione di contributi ai privati e altri interventi fondamentali come la razionalizzazione della raccolta dei rifiuti e interventi di decoro e manutenzione che, nei prossimi anni, dovranno essere potenziati sempre più».
- Quali sono le nuove iniziative per il centro storico?
«Oggi il numero dei residenti nell’isola di Ortigia sta lentamente ricominciando a crescere, le quotazioni immobiliari nell’isolotto non sono mai state così alte. L’amministrazione chiamerà direttamente in causa le società e le imprese che hanno già manifestato grande interesse ad investire nel centro storico e la cui azione sarà vincolata ai criteri del Ppo, il Piano particolareggiato di Ortigia. Saranno individuati specifici incentivi che favoriscano interventi mirati al recupero immobiliare e produttivo, inoltre, è nostra intenzione sostenere lo sviluppo dei centri commerciali naturali per garantire le piccole e medie imprese presenti nel territorio».

Alcuni momenti del "Progetto Ambiente" al parco Robinson.

- Qual è il suo programma per la città?
«Il presupposto e la base per un nuovo inizio e un nuovo percorso, non possono che essere le realizzazioni concrete di quattro anni di amministrazione. Non si può prescindere dalle cose fatte. La trasformazione radicale della città, la sua nuova immagine nel mondo, sono state solo il punto di inizio».
- Cosa occorre oggi?
«Uno sforzo in più. Bisogna continuare a garantire sviluppo e armonia tra risorse e mezzi, operatori economici e cittadini, riqualificando i quartieri periferici, realizzando nuovi impianti e potenziando i servizi e soprattutto è necessario consolidare in modo duraturo i servizi e le opere avviate che quattro anni fa non esistevano neppure».
- A cosa si riferisce?
«Gli esempi sono tanti e sono sotto gli occhi di tutti. Potrei citare i venti milioni di euro investiti dall’amministrazione comunale nell’edilizia scolastica, una somma che non ha precedenti. Questo significa l’inizio di una scuola che, finalmente libera dai problemi strutturali, possa rafforzarsi sempre più come strumento di crescita culturale e sociale.

Una veduta del parco Robinson.

Mi piace ricordare anche che, dopo sessantadue anni di attesa, abbiamo approvato il nuovo Piano regolatore della città. Si tratta di uno strumento urbanistico fondamentale per gettare le basi di uno sviluppo culturale che valorizzi le ricchezze e le possibilità produttive in modo intelligente e rispettoso dell’ambiente. Adesso bisogna dare attuazione alle sue previsioni per fare del territorio una risorsa tutelata per la crescita e lo sviluppo. Dall’attuazione del nuovo Prg dipende anche la possibilità di attirare nuovo turismo, nuovi investimenti pubblici e privati per favorire lo sviluppo di nuove imprese e di nuova occupazione».
- Il mare che ruolo avrà nella Siracusa di domani?
«Importantissimo. Direi che sarà una risorsa fondamentale. Non a caso abbiamo fortemente voluto anche l’approvazione del nuovo Piano regolatore del Porto che prevede, tra l’altro, il rilancio della struttura portuale e la valorizzazione delle attività produttive tradizionali che vuol dire anche incrementare il turismo del capoluogo. Siamo stati anche tra i principali sostenitori della istituzione dell’area marina protetta del Plemmirio, ormai in dirittura di arrivo, il Comune fa parte del consorzio di gestione della struttura che intende promuovere lo sviluppo dell’economia ecosostenibile».

Turismo
il futuro è lo sviluppo integrato
La scommessa della Siracusa del terzo millennio si chiama turismo. Uno degli obiettivi principali perseguiti dal Comune aretuseo, rileva il sindaco Bufardeci, è “garantire una nuova cultura dell’accoglienza con strutture ricettive all’altezza di una città che vuole competere con le grandi capitali del Mediterraneo”. Oltre ai 1.600 posti letto di recente realizzati al villaggio Asparano, in dirittura di arrivo ve ne sono altri 160 in viale Teracati in zona centrale, 270 al camping “Il Minareto” nella zona balneare e 250 nell’area ex Sotis in periferia. La formula “Bed & Breakfast” ha fatto breccia, Siracusa registra la più alta concentrazione di queste strutture ricettive dell’intera Sicilia. La parola d’ordine è riqualificare l’ambiente. La sfida è rendere competitiva l’offerta turistica in collegamento strategico con il sogno industriale rilanciando il petrolchimico in uno sviluppo sostenibile ed ecocompatibile del territorio siracusano.
Cultura
il parco più vasto del mondo
Il Teatro Comunale

Siracusa si candida ad entrare nella prestigiosa “World heritage list” dell’Unesco nel giugno del 2005 e a diventare Patrimonio dell’Umanità. Quasi tutta la città è parte di quel megaprogetto che si chiama Parco delle Mura Dionigiane previsto nel nuovo Prg. Una volta realizzato sarà il Parco Urbano più vasto del mondo. Il binomio turismo-cultura si fa sempre più stretto. La città riscopre la grandezza della sua storia e Bruxelles ha scelto il capoluogo aretuseo come luogo per la sperimentazione di metodologie e percorsi del turismo culturale europeo. L’amministrazione comunale ha proposto nuovi centri e spazi culturali per l’Università, per le esposizioni e le iniziative del settore. Una volta creati i contenitori, tuttavia, bisognerà riempirli di contenuti, secondo quanto recita il Master Plan della cultura elaborato dal Comune aretuseo. C’è ancora tanto da fare. La proposta culturale è frammentaria, alcuni eventi o potenzialità siracusane non sono state ancora internazionalizzate. Ma ci sono i primi segnali di impegno. La biblioteca comunale è capofila da due anni del sistema bibliotecario regionale e in futuro metterà in rete circa 20.700 testi catalogati. Nella terra del mito e delle rappresentazioni classiche al teatro Greco assume un ruolo di primissimo piano l’Inda e Assindustria Siracusa si spende per organizzare quel piccolo capolavoro di promozione territoriale che è diventato in pochi anni Ortigia Festival. In poche parole, nei variegati interni del cantiere-cultura aretuseo fervono lavori di cui c’è un gran bisogno.

L'ANNO LUCIANO
Il Sepolcro di Santa Lucia

Il 2004 è un anno destinato a restare negli annali della storia di Siracusa. Dopo nove secoli, 964 anni per l’esattezza, torna nella sua città natale, anche se solo per qualche giorno, il corpo di Santa Lucia, la patrona del capoluogo aretuseo. Ogni anno, il 13 dicembre, una solenne processione e un bagno di folla accompagnano il simulacro argenteo della Santa. È un rito, una festa irrinunciabile per ogni siracusano, un formidabile momento di aggregazione popolare che nel 2004 si nutre di un significato in più: è l’anno luciano.
Proclamato dall’arcivescovo di Siracusa monsignor Giuseppe Costanzo, nel doppio centenario del martirio, il 304, l’attesa è grande e il Comune prepara da tempo una serie di iniziative collaterali all’evento straordinario: Santa Lucia torna a casa. E mentre la città si riempie di centinaia di manifesti con l’effigie della martire siracusana su cui campeggia un eloquente “Lucia resta con noi” vale la pena fare un salto indietro nel tempo per spiegare come stanno le cose.
Il generale bizantino Giorgio Maniace, invitato a combattere gli arabi in Sicilia e a riconquistare così per l’impero la parte orientale dell’isola, tra cui anche la città di Siracusa, si impossessò, in tale occasione, del corpo di Santa Lucia e lo portò in dono al doge di Venezia, alleato dei bizantini (1038-1040) dove è sempre rimasto fino ad oggi. Nel mese della sua festa, le membra incorrotte della martire, da Venezia saranno trasportate a Siracusa su un aereo militare. Ci sarà il cardinale Angelo Scola, tante autorità religiose, civili e militari, ci saranno anche centinaia di fedeli veneziani in pellegrinaggio diocesano che arriveranno a Siracusa con un treno speciale e sarà tripudio generale.