ventitreesima edizione

2) L'Annuario

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  Il richiamo del paese natìo    
pagine a cure di Manlio Viola
(in collaborazione con l'ufficio P.R. editoriale)
L'Architetto, Rosario Bordanaro

La realizzazione del nuovo acquedotto e dunque avere dato l’acqua al paese è, certamente, motivo di grande soddisfazione per il sindaco di Baucina. L’Arch. Rosario Bordonaro (nella foto), però, non sembra volersi lasciare andare alla soddisfazione neanche per un risultato apprezzabile e che riguarda, evidentemente, tutti gli abitanti del centro: “In paese abbiamo molti problemi - dice -. Nonostante i soli 2.500 abitanti, i temi da affrontare sono tanti e non c’è tempo per la soddisfazione ed i trionfalismi. Appena risolto un problema bisogna affrontarne un altro visto che la situazione di questo centro non era certamente facile”. Nei progetti in itinere c’è certamente la realizzazione della strada di collegamento agevole con l’area archeologica: “Certamente sì. È uno degli obiettivi ai quali stiamo lavorando ma lei, oggi, mi trova in grande fibrillazione per gli ultimi avvenimenti”. Mentre incontriamo il sindaco Bordonaro, infatti, Baucina vive un momento di difficoltà. C’è stato un cedimento strutturale, fortunatamente senza conseguenze, all’interno del plesso scolastico. Prima di incontrarci il sindaco ha dovuto trovare una collocazione provvisoria per i ragazzi di scuola media che, per il momento, faranno lezione dalle suore. “Il problema per noi è serio - dice Bordonaro -. Disponiamo di una sola struttura scolastica che serve da materna, elementare e media e non abbiamo fondi nel bilancio comunale per fronteggiare questa emergenza, men che meno per risolvere il problema alla radice. Con l’acquedotto siamo riusciti perché in Sicilia si può contare sullo stato d’emergenza idrica. La nostra buona volontà ed il nostro impegno sono stati sufficienti ad ottenere i fondi proprio dall’emergenza. In questo caso buona volontà ed impegno rischiano di scontrarsi con l’impossibilità di fare, data dall’assenza di fondi”.

Bordonaro approfitta subito dell’occasione per lanciare un appello: “Mi rivolgo a tutte le istituzioni senza differenza di livello, di colore politico o qualsivoglia altra diversificazione. Baucina ha bisogno di aiuto. Dobbiamo intervenire sulla scuola, questo paese non ha più un campo di calcio o comunque una struttura sportiva e servono interventi per la viabilità oltre alla chiara esigenza di valorizzare e proteggere l’area archeologica. Qui c’è una amministrazione pronta a lavorare ed a rispondere in tempi brevi. Lo abbiamo dimostrato con l’acquedotto”. Passato il momento di grande confusione, però, il sindaco ritrova un po’ di calma per riassumere gli altri interventi in corso a Baucina e dovuti ad un anno e mezzo di amministrazione: “Stiamo lavorando alacremente per dotare il paese di un PRG. Non c’è uno strumento di controllo urbanistico praticamente da sempre a Baucina. In questa attività sono impegnato anche personalmente quando le vicende quotidiane me lo permettono. Ma la vera sfida per Baucina è riportare la gente in paese. Occorre creare processi produttivi in loco in modo che i giovani possano scegliere se vogliono lavorare qui o andare a lavorare altrove e magari continuare ad abitare in paese. Per questo Baucina è entrata a far parte del PIT consorzio Metropoli Est. Si tratta di uno dei Piani Integrati territoriali del palermitano. La sede del consorzio è a Bagheria. Noi contiamo di usare i fondi che vengono dalla Comunità europea per le regioni obiettivo 1, per l’area artigianale e questo gratificherebbe proprio la produzione locale. Se ciò si affianca proprio alla valorizzazione dell’area archeologica, già si è fatto un grande passo avanti”.

La Chiesa Madre di Baucina

Ma Bordonaro mostra anche di non essere soltanto colui che attende aiuti esterni: “Abbiamo bisogno di aiuto ma ci attiviamo per averne diritto secondo i principi proprio dei PIT. Intanto, però, anche noi cerchiamo di produrre risultati oltre l’acquedotto. Attraverso economie gestionali nella macchina amministrativa e tagli ad alcune spese, a volte anche drastici ma necessari, siamo riusciti a liberare qualche risorsa che stiamo impegnando in un progetto di valorizzazione del folclore locale”. Baucina vanta, infatti, una delle più colorate e caratteristiche feste patronali della zona. Si tratta della festa di Santa Fortunata, patrona di Baucina, che viene ringraziata ogni anno nella seconda domenica di settembre. Una festa dai grandi numeri per un piccolo paese. Basti pensare che in quella giornata arrivano circa 30.000 persone provenienti da tutta la Sicilia, dall’Italia e dall’estero. Una mole di gente enorme per un paese che ospita 2.500 persone, ovvero un dodicesimo della folla di piazza per questa occasione. “Con i fondi comunali stiamo progettando il rifacimento della Piazza intestata a Santa Fortunata - conclude Bordonaro - e lavorando per la valorizzazione della festa e di tutte le tipicità folcloristiche locali”. Un paese che ha come protettrice una Santa di nome “Fortunata” è, adesso, chiamato a mostrare il suo volto ridente e, perché no, fortunato.

Il Collegio di Maria

 

 

Il patrimonio archeologico

È uno dei più antichi insediamenti urbani dell’entroterra siciliano. Il Paese di Baucina sorge in provincia di Palermo, a circa 40 chilometri dal capoluogo, su un territorio pre collinare, nei pressi del Monte Montalbano. Oggi Baucina conta circa 2.500 abitanti e si estende su di un territorio di circa 2.400 ettari. Un’area assolutamente vivibile per spazi umani e aree verdi naturali. La popolazione, però, è costituita soprattutto da pendolari. Quasi tutti gli abitanti, infatti, devono lasciare il centro per recarsi a lavoro e molti raggiungono il capoluogo isolano. Baucina è raggiungibile da Palermo attraverso la strada a scorrimento veloce in direzione Agrigento e poi, dopo avere lasciato la statale, attraverso una apposita strada provinciale. Le prime tracce di insediamenti umani più che urbani risalgono addirittura ad un’epoca preistorica anche se è difficile risalire all’esatto periodo. Gli uomini primitivi utilizzavano le grotte della parte bassa di Monte Montalbano. Il primo insediamento che può essere definito urbano, invece, è collocabile nel VI secolo a.C. quando a Baucina nacque una colonia greca. Tutto ciò che attualmente si conosce della storia antica del paese, però, lo si deve, per assurdo, ai tombaroli. Mai in zona è stato eseguito uno scavo archeologico ufficiale e mai si era parlato, nel mondo accademico siciliano, della possibilità di cercare tracce di antica civiltà nella zona. Sono stati, invece, i privati interessati ad ottenere guadagni al mercato nero, a scavare seguendo le indicazioni dell’antica tradizione orale della zona. Con pazienza e tempo hanno rinvenuto le antiche tracce. I ritrovamenti, però, sono stati, evidentemente, saccheggiati. Scomparsi tutti i pezzi pregiati e quelli in miglior stato di conservazione. Qualcuno fra gli anziani ricorda di averne visti circolare anche se non in paese, di averli visti perfino abbandonati sulle rocce o a terra nei pressi dell’area archeologica, nella boscaglia e così via. Oggetti che soltanto dopo sono stati riconosciuti come “importanti reperti” quando ormai era troppo tardi. Nonostante il saccheggio, però, a Baucina restano importanti tracce di quello che è stato il passato del paese e degli insediamenti intorno Monte Montalbano. Per questo, adesso, si cerca di proteggere l’area archeologica. Un compito non facile visto che sorge in una zona isolata, lontana dal centro abitato ed abbastanza difficile da raggiungere. La recinzione è utile soltanto a segnalare l’area a chi vuole visitarla o non si è accorto di trovarcisi sopra, ma certamente non a fermare i malintenzionati. Impossibilitata da un intervento diretto di grande importanza, l’amministrazione comunale punta a tutelare l’area rendendola maggiormente fruibile. Ciò nella speranza che la si possa apprezzare, ma anche nella convinzione che se la zona sarà frequentata diventerà più complesso saccheggiare e danneggiare. Il primo intervento, dunque, sarà rendere facilmente percorribile la strada che porta alle rovine ed installare una apposita segnaletica. Occorrerebbe, probabilmente, di più ma un piccolo comune come Baucina non ha certamente i fondi per fare altro. Per l’area archeologica, un intervento da parte di istituzioni come la Regione Siciliana sarebbe, quantomeno, gradito.

Il nuovo acquedotto

La situazione amministrativa e gestionale del Comune di Baucina è certamente complessa. Come tutti i piccolissimi Comuni, infatti, la municipalità soffre di una forte carenza di risorse. Di fatto l’economia locale è quasi inesistente visto che i pochi abitanti si recano in altri centri della zona per lavorare e sul posto si svolgono soltanto alcune attività artigiane, agricole e di pastorizia. Al suo insediamento, il 28 maggio del 2003, l’attuale amministrazione comunale ha, dunque, trovato una situazione quantomeno difficile. Il primo problema del paese era quello dell’approvvigionamento idrico. Basti pensare che gli abitanti del comprensorio potevano contare soltanto su 1.000 litri d’acqua per ogni famiglia ogni 5 giorni. Se si pensa che in media per una doccia occorrono 80 litri, è facile capire che una famiglia di 4 persone poteva permettersi una doccia ciascuno la settimana e le pulizie domestiche o poco più. Notevoli anche i problemi igienico sanitari per gestire il plesso scolastico, un’unica struttura che serve da materna, elementare e media, e per tutti gli altri uffici pubblici. Il problema veniva fronteggiato in emergenza attingendo acqua ad un pozzo privato attraverso un’autobotte che riforniva, prima la scuola, poi le strutture pubbliche, ed infine dava sollievo periodo alla situazione delle abitazioni del paese. Oggi tutto questo è un brutto ricordo. Appena insediata l’amministrazione ha avviato le procedure per risolvere alla base il problema dell’acqua trovando una immediata grande collaborazione dal genio Civile. L’intera estate del 2003 è stato un periodo di intenso lavoro: “Non mi stancherò mai di ringraziare l’ing. Vincenzo Greco, il responsabile del settore acque del Genio Civile di Palermo - dice il sindaco di Baucina Rosario Bordonaro - che insieme al dott. Salvatore Rando, il geologo, ha trascorso agosto a studiare il nuovo acquedotto di Baucina. Una volta completato il progetto ci siamo rivolti alla struttura per l’emergenza idrica ed abbiamo trovato un commissario straordinario (il Presidente della Regione Totò Cuffaro n.d.r.) disponibile e pronto ad intervenire. Hanno studiato il modo insieme al Presidente della provincia ed oggi se ne vedono i risultati”. Grazie al finanziamento dell’emergenza idrica ed a quello della Provincia di Palermo, nonché all’impegno dei tecnici e funzionari del Genio Civile, oggi Baucina ha il suo nuovo acquedotto la cui costruzione è stata completata in soli 30 giorni. Si tratta di una rete di distribuzione di circa un chilometro che oggi permette un’erogazione di circa 6 litri al secondo. Un incremento della dotazione idrica di circa 5 volte, una specie di sogno ad occhi aperti per chi era abituato a dovere centellinare l’acqua.