ventitreesima edizione

2) L'Annuario

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Sicilia cuore Mediterraneo
 
di Nello Musumeci

Il Mediterraneo torna ad assumere la sua centralità nel contesto geopolitico che lo ha visto per tanto, troppo tempo, un “mare di frontiera”. Per quasi mezzo secolo, la logica di Yalta e la guerra fredda hanno fatto del bacino mediterraneo un luogo di netta separazione tra bene e male, tra democrazia e totalitarismo, tolleranza religiosa e integralismo, tra progresso e arretratezza.
Caduto il Muro di Berlino, il nostro Mare è tornato ad essere luogo d’incontro, di fervore economico, d’intensi traffici. Siamo, del resto, alla vigilia di una scadenza che definirei storica: nel 2010 nasce la “zona di libero scambio” che farà del bacino euro-afro-asiatico uno dei più grandi mercati del mondo. È l’obiettivo che l’Unione europea ha indicato nel 1995, con la Conferenza di Barcellona e che ha via via preparato con i “Programmi Meda”.
È la prima vera concreta occasione per offrire ai Paesi del sud Europa, del nord Africa e del Medio Oriente di crescere - sul piano sociale, economico, culturale - cooperando in un contesto di sana competizione. Una grande opportunità, dunque. Ma anche una grande sfida. Le regioni più “attrezzate” sapranno giocare un ruolo da protagonisti. Quelle più competitive, saranno capaci di diventare “appetibili”, di richiamare l’interesse e l’attenzione degli investitori stranieri.
La Sicilia, la più grande isola dell’Europa dopo la Gran Bretagna, cuore geografico del bacino mediterraneo, si trova così a giocare la sua partita più impegnativa dell’età contemporanea. O sarà capace di arrivare puntuale all’appuntamento col 2010 o resterà inesorabilmente ai margini dei flussi di crescita della nuova zona di libero scambio.
Infrastrutture economiche e sociali, ricerca, formazione, riqualificazione della piccola e media impresa, la creazione di un Politecnico del Mediterraneo, facilitazioni burocratiche, credito di sostegno: sono questi gli obiettivi prioritari da raggiungere per abbattere le antiche diseconomie che ne frenano la crescita e lo sviluppo. È una scommessa per tutta la classe dirigente, nazionale, regionale e locale, chiamata a dare prova di concretezza e buona volontà.
Alcune cose possono essere fatte subito; altre richiederanno più tempo e molta tenacia. Ma serve un’inversione di tendenza radicale. L’ottimismo è d’obbligo in politica, ma da solo non basta. Ed intanto, il conto alla rovescia è già cominciato.

*Componente l’Assemblea
parlamentare euromediterranea