L'Annuario
La politica dei "gendarmi del mondo" |
Focolaio mesopotamico
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Gli americani sono un grande popolo, cresciuto praticamente
in appena tre secoli. Allinizio erano fuggiaschi dallEuropa
in cerca di fortuna e figli di schiavi neri delle piantagioni di cotone
negli Stati meridionali. Hanno avuto la forza di rendersi indipendenti,
hanno superato una lacerante guerra di secessione, hanno conquistato lo
spazio e la Luna, si sono dotati di arsenali atomici e di armi stellari,
amano il loro Paese e tengono in casa la bandiera americana. Sono i gendarmi
del mondo, fieri della loro forza, sono lunica superpotenza
mondiale dopo il dissolvimento dellUrss, ma in politica commettono
errori da principianti e a furia di insistere negli errori sono diventati
antipatici al resto del mondo, non per colpa loro, ma dei
loro governanti, anzi meglio di Bush jr. Invece Bush padre ha preferito lasciarlo in sella affinché
continuasse a fare da spaventapasseri al regime degli aytollah iraniani
considerato più pericoloso in quello scacchiere del mondo. Il risultato
è stato catastrofico perché lIran è rimasto
un Paese inaffidabile e non ci meravigliremmo se arrivasse presto alla
sua atomica e Saddam dal canto suo ha continuato sino a pochi mesi fa
a tenere lIraq in un pugno di ferro.Una strategia americana quantomeno
miope. Ma se il Desert storm messo in piedi da Bush padre
aveva una sua giustificazione nellinvasione del pacifico Kuwait
da parte della soldataglia di Saddam, quello che ha fatto Bush figlio
è stato imperdonabile. Non sappiamo se sia vero che, dopo lAfghanistan,
il presidente americano abbia chiesto subito al Pentagono dei piani dattacco
allIraq e che lo abbia fatto sulla spinta del suo vice Cheney e
della lobby ebraica. Ma è stata una guerra inutile e sbagliata: Saddam
doveva essere rovesciato nel 91 e non nel 2004, anche perché
ha disseminato di trappole il dopoguerra che si è rivelato una
guerra strisciante ben più pericolosa del conflitto ufficiale.
Il dittatore iracheno ha usato un po la tattica dei russi che fecero
terra bruciata contro lavanzata napoleonica. Saddam non solo ha
fatto bruciare pozzi di petrolio, ma i suoi miliziani hanno scandito con
stragi giornaliere la permanenza delle truppe doccupazione, sia
pure uccidendo soprattutto iracheni. Certo si tratta di stragi compiute
da terroristi che non sono nemmeno iracheni, ma penetrati dal poroso confine
siriano e forse iraniano, ma lo stillicidio di questo dopoguerra è
diventato da tempo insostenibile. Strategia sbagliata, tattica sbagliata,
è il Vietnam mesopotamico.
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CARO PETROLIO |
La Banca Centrale Europea, nel suo Bollettino di ottobre, ha sottolineato che landamento del mercato petrolifero ha esercitato un impatto diretto sullinflazione dellarea euro. Secondo lIstituto di Francoforte, i recenti rincari potrebbero esercitare ulteriori pressioni al rialzo sui prezzi nel breve periodo. Alla luce delle attuali prospettive del mercato del greggio, la Bce ritiene dunque improbabile un rallentamento dellinflazione sotto il 2% prima del 2005. Dunque, la Banca Centrale invita a rimanere vigili sui rischi per la stabilità dei prezzi. In particolare, nel bollettino emerge la preoccupazione per i cosiddetti effetti di secondo impatto dei corsi petroliferi su salari, imposte indirette e prezzi amministrati. Per Francoforte è perciò di estrema importanza evitare reazioni inadeguate, come quelle osservate in precedenti forti rincari del greggio. Secondo la Bce, inoltre, se le quotazioni dovessero restare elevate o persino aumentare ulteriormente, potrebbero attenuare il vigore della ripresa, sia allinterno che allesterno dellarea euro, sebbene lintensità di utilizzo del petrolio nellattività produttiva sia diminuita in misura considerevole dagli anni Settanta e Ottanta. Venendo alle note liete, la Banca Centrale Europea ha constatato che nel complesso la vigorosa espansione osservata nellarea euro nella prima metà del 2004, dovrebbe sostanzialmente proseguire nei prossimi trimestri, in linea con le previsioni pubblicate da organizzazioni internazionali. I risultati delle indagini congiunturali condotte fino a settembre mostrano il perdurare della crescita della produzione industriale e del settore dei servizi. Prosegue inoltre il recupero della fiducia dei consumatori, ed emergono segnali di un miglioramento delle prospettive delloccupazione. |